“Niente vaccini per nostra figlia ma non siamo genitori degeneri”

Riportiamo l’articolo a firma di Simona Lorenzetti, pubblicato su La Stampa – Torino, in data 23/10/2017.

Torino, parla il papà della bimba di 7 anni con sospetto tetano: “Noi ragionevoli, abbiamo studiato gli effetti collaterali”

«La prognosi resta riservata, ma mia figlia sta meglio. Vorrei che non si parlasse più di noi». E’ questo l’appello del padre della bambina di sette anni ricoverata all’ospedale Infantile Regina Margherita per una sospetta infezione da tetano. Nelle prossime ore dovrebbero essere ultimati anche gli esami di laboratorio, dai quali si attende una risposta sulla patologia che ha colpito la piccola. Al momento l’unico dato certo è che la bimba, così come il fratellino, non sono mai stati sottoposti a vaccinazioni di alcun tipo. Sono stati i genitori, sabato scorso, a dirlo ai medici. Da quel momento mamma e papà non hanno mai abbandonato il reparto di Rianimazione. Seguono passo dopo passo l’evolversi delle condizioni di salute della bambina e cercano un confronto continuo con i dottori. Già in passato la bimba aveva avuto qualche problema di salute ed era stata portata in ospedale, ma questa volta la loro vita è stata sconvolta da un clamore mediatico inatteso. «Chiediamo che venga rispettata la nostra privacy e che la salute di mia figlia non venga strumentalizzata per la battaglia contro o a favore dei vaccini», insiste il papà della piccola. L’uomo ieri si è rivolto agli avvocati Sara Commodo e Renato Ambrosio, dell’omonimo studio legale torinese, per tutelare la serenità della sua famiglia e in particolare della bambina.

Lei e sua moglie siete finiti in un vortice di polemiche per non aver vaccinato i figli, come sta vivendo questo momento?

«Siamo stati criminalizzati dall’opinione pubblica. Additati come genitori irresponsabili e questo nonostante non sia stato ancora accertato che si tratti di tetano. Noi chiediamo solo di non essere strumentalizzati: non vogliamo che il caso di nostra figlia venga usato per mettere in croce genitori che hanno fatto scelte difficili, ma ragionate».

Perché non ha vaccinato i suoi figli?

«Non siamo attivisti No Vax, se è quello che pensa la gente. Io e mia moglie crediamo che sul tema dei vaccini ci sia tanta disinformazione e che ognuno difenda le proprie posizioni senza però dare risposte chiare ai cittadini. Noi abbiamo deciso di non vaccinare nostra figlia sette anni fa quando è nata, non certo sulla scia delle polemiche che si registrano ormai da mesi. Ci siamo informati sugli effetti collaterali e abbiamo fatto le scelte che ritenevamo migliori e giuste».

Per quale motivo i medici dicono che si tratti di tetano?

«Non lo sappiamo ancora. Mia figlia non ha ferite di alcun tipo e non è caduta. Non possiamo ancora dire che cosa abbia scatenato la malattia. Le stanno facendo tutti gli accertamenti e tutte le terapie per i curare i sintomi, ma non c’è un dato certo. Per ora tutti gli esami che le hanno fatto sono negativi, di altri i risultati devono ancora arrivare. Ed è questo che ci preoccupa di più. Ora voglio solo pensare a curare mia figlia e al fatto che lei sta meglio. É stabile, interagisce con noi. É tranquilla, compatibilmente con il fatto di essere in ospedale e sottoposta a terapia».

Ha scelto di non vaccinare i suoi per paura degli effetti collaterali?

«Io credo nella scienza. Non appena mia figlia è stata male l’abbiamo portata in ospedale. Aveva dei problemi a deglutire e ci siamo preoccupati, ma non aveva né febbre e nemmeno le convulsioni, come invece qualche giornale ha scritto. Quando ho detto ai sanitari che non era vaccinata si sono attivati per capire per quale motivo stesse male e la loro attenzione si è focalizzata sul tetano. Sia chiaro, io sono grato ai medici che la stanno curando. Ma questa storia non c’entra nulla con i vaccini e non voglio che mia figlia venga sfruttata per riaprire il dibattito. Su questo tema serve più informazione, non servono le polemiche. Non si possono mettere all’indice genitori che come noi hanno fatto delle scelte che non tutti condividono, ma che sono state ragionate attentamente».

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